Le credenze popolari di “paradiso e inferno” intese come meta raggiungibile dopo la morte, derivano da congetture imposte (a suon di persecuzioni e torture) da imperatori come Giustiniano (553 dC) e da chi come lui ricorreva alla religione come ad uno strumento di controllo politico, un narcotico con cui soggiogare e gestire la massa, arrivando a distorcere dottrine per assicurarsi maggior potere materiale.

Sono sue affermazioni del tipo: “Diamo loro una vita sola e poi subito il paradiso o l’inferno”, questo gli obbligherà ad affrettarsi ad essere miei buoni “segugi”, buoni cittadini, fedeli all’imperatore.

Giacchè non è più tempo in cui l’analfabetismo prevale ..è tempo di imboccarci le maniche e riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte di cosa credere e sulla loro origine.

Rif. Rosen S.